Musica

Fabio Treves, l'anarchico del blues

Fabio Treves, l'anarchico del blues

Intervista a Fabio Treves, il famoso e amato Puma di Lambrate del Blues italiano che sarà presente, insieme alla sua band, alla terza edizione della Festa della Musica di Poasco (San Donato Milanese) l'8, il 9 e il 10 maggio. Come nasce la collaborazione con La Festa della Musica Rock@Poasco? Come spesso capita nel Blues..una telefonata, un passaparola, la voglia di stare insieme in compagnia di una musica che non ha tempo,per ascoltare e scoprire giovani bands che con la TBB hanno in comune una passione profonda per un genere musicale non omologato e spesso “controcorrente” Frank Zappa ti ha definito un anarchico. Cosa intendeva? Ma soprattutto, ti ci rivedi? E’ forse il più bel complimento che abbia ricevuto in tanti anni di carriera artistica..Con quel termine “insolito” intendeva sintetizzare uno spirito libero, una persona semplice e coerente con le proprie idee artistiche , un musicista che guarda più al contenuto che non al contenitore, mi ci rivedo a distanza di tanti anni, eccome! Qual è la differenza sostanziale tra il blues made in USA e quello del vecchio continente? Quello europeo nasce abbastanza tardi, all’inizio degli anni sessanta,attraverso la riscoperta del blues classico “nero” da parte di alcuni importanti nomi del panorama musicale inglese come : Alexis Korner, John Mayall, Cyril Davies, Graham Bond…è un blues più “bianco” ,più pop e rock, ma sempre rispettoso dei grandi maestri che hanno portato avanti la loro missione a favore del Blues delle origini, sia esso acustico o elettrico..Grazie a questi artisti inglesi moltissimi giovani hanno scoperto Robert Johnson, freddy Kingt, J.B.Lenoir e Muddy Waters… La più grande emozione, a livello artistico? Suonare a Memphis, sullo stesso palco calcato da leggende viventi del Blues…condividere stati d’animo incredibili in tanti Blues Festival Internazionali.. aver conosciuto e suonato con artisti incredibili come Mike Bloomfield, Johnny Shines, Roy Rogers, Chuck Leavell e tantissimi altri! La TBB è una band italiana storica. Cosa vi ha tenuti uniti 35 anni? A dire il vero io sono l’unico “superstite” della primissima formazione..Negli anni si sono alternati non so quanti musicisti nella band..ma questa formazione è stabile da quasi 17 anni…Ormai siamo una vera e propria famiglia, ognuno ha il suo ruolo, ognuno è conscio di essere “in missione per conto del BLUES”… Sempre parlando di band longeve, balza subito in mente un’altra storica formazione italiana (seppur di altro genere), che in questi giorni ha subito il colpo di perdere un pezzo importante: i Pooh. Ma qual è, secondo te, la molla che fa dire a un musicista “è ora di lasciare lo strumento”? Credo che solo una malattia o un problema di salute possa fermare un musicista che suona da così tanto tempo..se ti diverti ed ami la “tua musica” difficile è stancarsi di concerti e chilometri che sembrano non finire mai..ai Pooh ci legano tante affinità, pur suonando musiche così diverse tra loro..Il rispetto per il proprio pubblico, il desiderio di dare sempre il meglio sul palco, l’aver costruito,spesso con difficoltà, un’attività quasi familiare…Il mio motto poi è una sintesi “perfetta” di quello che intendiamo: CHI FA DA SE’ FA PER 3..VES.. Dopo l’ultimo live, progetti futuri? Suonare e divertire, divertirsi e continuare a non tradire MAI il Blues, vera e propria ancora di salvataggio, contro il logorio della vita moderna… Come va l’esperienza in radio? Sempre a caccia di nuovi talenti del blues? Molto bene, sta diventando un’appuntamento per moltissima gente, tra cui una schiera di giovani che attraverso la trasmissione LIFE IN BLUES, cominciano a capire cosa sia il BLUES e da dove siano partiti tanti loro “miti” rock… Il “Puma di Lambrate” è il tuo soprannome. Da dove nasce? Parecchi anni fa era atteso a Milano il grande John Mayall il cui soprannome è da sempre il Leone di Manchester(sua città natale..)e un giornalista scrisse, che se dall’Inghilterra arrivava il Leone di Manchester noi qui avevamo il PUMA DI LAMBRATE, riferendosi ad un giovane Fabio Treves leader dell’omonima blues band..Da allora mi è rimasto questo nomignolo, anche se i più giovani hanno storpiato il nome in PULMAN di Lambrate…beh, anche questo è molto Blues ed evoca viaggi e voglia di evasione.. Lambrate poi è diventato famoso perché il Parco Lambro, che ne definisce i confini, ha ospitato diverse edizioni di un Festival Rock alternativo che a metà degli anni settanta era un vero e proprio evento per tutta la città di Milano.. Anche ad una delle ultime edizioni partecipò la TBB..come vedete cambiano i luoghi, passano gli anni, ma la voglia di presentare il Blues alla gente rimane SEMPRE la stessa… Ci si vede a POASCO…BLUES alle masse….